Descrizione
Oggi, 27 Gennaio 2020, è la Giornata della Memoria, istituita in Italia con la legge 211 del 20 Luglio 2000 in ricordo dell’abbattimento da parte dell'Armata Rossa, nel 1945, dei cancelli del campo di sterminio di Auschwitz rivelando l'orrore del genocidio nazista.
In occasione del Giorno della Memoria è un dovere per le istituzioni di tutto il mondo narrare, come recita l’art.2, «quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa affinché simili eventi non possano mai più accadere».
Alla vostra attenzione oggi, le parole di Primo Levi; partito da Fossoli, dal campo di concentramento per ebrei vicino a Modena, il convoglio ha a bordo 640 persone: bambini, donne, uomini e anziani. Sopravviveranno solo in 15. Primo è selezionato per lavorare; viene assegnato a uno dei campi minori del sistema dei Lager che fanno capo ad Auschwitz.
Per mantenere viva la memoria di quei tragici avvenimenti, abbiamo scelto di leggere un passo de "I sommersi e i salvati", un testo scritto con la consapevolezza che «la memoria umana è uno strumento meraviglioso ma fallace». Primo Levi:
«L'esperienza di cui siamo portatori noi superstiti dei Lager nazisti è estranea alle nuove generazioni dell'Occidente, e sempre più estranea si va facendo man mano che passano gli anni. Per i giovani degli anni Cinquanta e Sessanta erano cose dei loro padri; se ne parlava in famiglia, i ricordi conservavano ancora la freschezza delle cose viste. Per i giovani degli anni Ottanta, sono cose dei loro nonni: lontane, sfumate, 'storiche'. Essi sono assillati dal problemi d'oggi, diversi, urgenti: la minaccia nucleare, l'esplosione demografica, le tecnologie che si rinnovano freneticamente e a cui occorre adattarci...».
"I sommersi e i salvati", pubblicato nel 1986, è un libro dunque contro l'oblio poiché l’abominio dell’Olocausto «È avvenuto, quindi può accadere di nuovo: questo è il nocciolo di quanto abbiamo da dire. Può accadere, e dappertutto».
In occasione del Giorno della Memoria è un dovere per le istituzioni di tutto il mondo narrare, come recita l’art.2, «quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa affinché simili eventi non possano mai più accadere».
Alla vostra attenzione oggi, le parole di Primo Levi; partito da Fossoli, dal campo di concentramento per ebrei vicino a Modena, il convoglio ha a bordo 640 persone: bambini, donne, uomini e anziani. Sopravviveranno solo in 15. Primo è selezionato per lavorare; viene assegnato a uno dei campi minori del sistema dei Lager che fanno capo ad Auschwitz.
Per mantenere viva la memoria di quei tragici avvenimenti, abbiamo scelto di leggere un passo de "I sommersi e i salvati", un testo scritto con la consapevolezza che «la memoria umana è uno strumento meraviglioso ma fallace». Primo Levi:
«L'esperienza di cui siamo portatori noi superstiti dei Lager nazisti è estranea alle nuove generazioni dell'Occidente, e sempre più estranea si va facendo man mano che passano gli anni. Per i giovani degli anni Cinquanta e Sessanta erano cose dei loro padri; se ne parlava in famiglia, i ricordi conservavano ancora la freschezza delle cose viste. Per i giovani degli anni Ottanta, sono cose dei loro nonni: lontane, sfumate, 'storiche'. Essi sono assillati dal problemi d'oggi, diversi, urgenti: la minaccia nucleare, l'esplosione demografica, le tecnologie che si rinnovano freneticamente e a cui occorre adattarci...».
"I sommersi e i salvati", pubblicato nel 1986, è un libro dunque contro l'oblio poiché l’abominio dell’Olocausto «È avvenuto, quindi può accadere di nuovo: questo è il nocciolo di quanto abbiamo da dire. Può accadere, e dappertutto».
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Ultimo aggiornamento pagina: 03/04/2020 16:32:21